martedì 4 novembre 2008

Mantra

Purtroppo ogni tanto capita; quando non c'è voglia di fare altro se non collassare sul divano, accendere la tv e spegnere il cervello, capita che - vista la fantastica scelta dei palinsesti serali - lo zapping ti porti a sintonizzarti su raitre, magari proprio quando c'è pubblicità e tu, che sei così intontito da non renderti nemmeno conto che è domenica, ignaro, decidi di aspettare per "vedere cosa c'è".
La pubblicità finisce, vedi comparire la Gabanelli e scatta il panico. O meglio dovrebbe: ad un livello molto, troppo profondo del subconscio iniziano a suonare le sirene d'allarme della contraerea mentre immagini di esplosioni atomiche, di tzunami, il volto di Berlusconi ed altre cose terrificanti cercano di emergere dall'abisso dei ricordi per dare l'allarme. L'effetto anestetizzante della tv è però troppo forte per riuscire a cogliere pienamente il pericolo, tanto più che la pochezza offerta dagli altri canali ti porta ad optare per un cauto "vabbé, vediamo solo di cosa parlano ma poi si camba canale".
Il risultato - com'è prevedibile - è che due ore dopo, mentre scorrono i titoli di coda, ti sei completamente risvegliato dal torpore celebrale ma, cosa ben peggiore, sei ormai in preda ad un attacco di scrotociclosi, iniziato dopo solo pochi minuti di trasmissione e che ha continuato ad acuirsi col passare del tempo.
In questi casi, per liberarsi dalla tensione e dalle energie negative, può essere utile un mantra, antica formula in lingua sanscrita, la cui pronuncia è la seguente: MAI, GUARDARE, REPORT. Da ripetere fino al raggiungimento della pace interiore.