lunedì 29 settembre 2008

Leggi leggi

Dopo tanto tempo, torno a scrivere di libri.

Come per tutto quanto faccio nella mia vita, l'interesse per la lettura segue uno schema altalenante: per mesi mi viene quasi mal di pancia solo a prendere in mano un libro; poi, di punto in bianco, riprendo a divorarne in quantità industriale; quindi riprende l'allergia alla carta, eccetera eccetera. Neanche a dirlo, la durata di tali periodi è puramente casuale.

Ora sono in periodo transitorio, sto riprendendo a leggere dopo un periodo di apatia relativamente breve. Mi ritrovo quindi a leggere quattro libri contemporaneamente, due dei quali iniziati tempo addietro e mai finiti. Sto spaziando tra generi completamente diversi: due romanzi ("Duma Key" di Stephen King e "I Guardiani del Crepuscolo" di Sergej Luk'janenko) e due testi di filosofia ("L'analisi della mente" di Bertrand Russell) e di psicologia ("A che gioco giochiamo" di Eric Berne). Sicuramente è la prima volta in cui ho così tanti libri da leggere nello stesso momento e onestamente penso di essermi un po' incasinato la vita... ma un po' alla volta li finirò!

mercoledì 24 settembre 2008

Il costo dell'intrattenimento

Ogni tanto c'è qualcosa che mi fa scattare qualche strano meccanismo - evidentemente poco utilizzato - all'interno della mia testolina che mi porta a tralasciare le cose fondamentali della vita (un sano riposo dopo una giornata di 9 ore lavorative, ad esempio) per dedicarmi ad altre attività non di routine (come scrivere su un blog dopo n mesi, ad esempio).

Quel qualcosa, nel caso specifico, è stata una riflessione di tipo economico: ma quanto spendo per divertirmi? Domanda apparentemente innocua per una qualsiasi persona normale; l'equivalente di un interruttore che accende una centrale nucleare per il sottoscritto. Perché una persona normale può rispondere in modo astratto (ad esempio "spendo quanto serve" invece che "né troppo né troppo poco, il giusto") o magari approssimando una cifra ("un tot al mese", ad esempio), ma io no!
Io devo prendere tutte (si, TUTTE!) le spese degli ultimi due anni (si, ANNI!), portarle su un foglio di calcolo, filtrare le voci, preparare dei grafici... Ogni tanto rileggo da wikipedia la pagina della sindrome di Asperger e mi preoccupo.

Comunque, tornando alla questione, la domanda iniziale ha innescato una cascata di altri quesiti. Ad esempio, il canone per l'ADSL si può conteggiare o meno? Di sicuro ci si intrattiene con internet, ma non si fa solo quello; quindi come considerarlo?
Prendere un caffé in sé non è una fonte di intrattenimento, ma andarlo a prendere con qualcuno con cui poi chiacchierare lo è (a volte)!

Ben presto mi sono reso conto che proseguendo di questo passo non sarei arrivato a nulla. Ho quindi pensato di affrontare il problema stabilendo un criterio di selezione più restrittivo: tenere in considerazione solo quelle spese effettuate esplicitamente per divertimento. In questo modo ho ristretto di un bel po' il campo delle possibili voci (ad esempio i due casi precedenti sono tagliati fuori). Ho anche escluso le spese di intrattenimento indiretto: acquistare la PS3, ad esempio, non è divertente in sé (considerando quanto costa!) sebbene con qualche gioco diventa lo strumento con cui ci si diverte a giocare.

Ho quindi stabilito del tutto arbitrariamente che il parametro di valutazione sarebbe stato il costo/ora, ovvero la spesa divisa per il numero di ore di divertimento che la spesa stessa genera.
Non appena iniziato mi sono accorto però che in alcuni casi è facile approssimare costo e durata (il cinema, ad esempio, ha un costo medio - a meno di sconti - di € 7,00 a biglietto per una durata media di un film di 2 ore, con un coefficiente costo/ora pari a 3,5), mentre in altri casi ciò non è fattibile.
Ad esempio, lo stesso libro può costare diversamente se si tratta di una edizione cartonata o tascabile; i giochi per console costano più o meno tutti uguali (in una parola: troppo), ma possono avere durate molto diverse, alcuni intorno alle 10/15 ore per titoli come Star Wars o Metal Gear Solid - parlo per esperienza - mentre altri (Oblivion, ad esempio) praticamente infiniti! Sarebbe invece fuori classifica, avendo costo zero, l'autoerotismo.

Tutte queste elucubrazioni, oltre ad un discreto mal di testa, mi ha fatto capire due cose. La prima: quando quello strano meccanismo si attiva nella mia testolina farei meglio a far finta di niente ed ignorarlo. La seconda: se facessi finta di niente, come farei poi a scrivere tutte queste idiozie?

E per concluidere questa follia, ecco a voi il superquiz finale: senza rileggere tutto, sapete dire quante volte ho scritto "ad esempio" (contate pure anche questa)? Chi indovina vince una calorosa stretta di mano.

P.S. No, non ho fumato niente di strano. Ogni tanto sono così, davvero.